Al Teatro Coccia in scena l’opera contemporanea
DONNA DI VELENI di Marco Podda
Libretto Emilio Jona, direttore Vittorio Parisi, regia Alberto Jona
Venerdì 14 e domenica 16 febbraio
PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA
Novara, 5 febbraio 2020. Riparte la stagione lirica del Teatro Coccia con un titolo contemporaneo. Il teatro novarese intensifica il suo interesse e la sua attenzione verso opere inedite e compositori contemporanei, investendo così di fatto sul futuro della lirica italiana,
Venerdì 14 e domenica 16 febbraio prima esecuzione assoluta di Donna Di Veleni, opera composta da Marco Podda su libretto di Emilio Jona. Direttore Vittorio Parisi, regia di Alberto Jona. Una storia che affonda le sue radici nel mondo popolare e nella Sicilia barocca. Un triangolo amoroso su cui domina una imponente figura femminile, sorta di grande madre e Acabadora, che guida i destini di vita, amore e morte. Un libretto lirico poetico che prende spunto a sua volta da antichi strabotti e ottave popolari. Infine il teatro d’ombre che racconta il mondo ora oscuro ora onirico che regge il meccanismo dell’opera.
L’Immaginario visivo è a cura Cora De Maria (autore anche delle sagome originali) e Jenaro Meléndrez Chas, le scene sono firmate da Alice Delorenzi.
Nel ruolo di Maria il soprano Júlia Farrés-Llongueras, Ruggero è il tenore Danilo Formaggia, la Donna di Veleni è interpretata dal soprano Paoletta Marrocu, l’Amante è il tenore Matteo Mezzaro. Paesani, giovani, ragazzi sono i solisti dell’Accademia AMO del Teatro Coccia, che tornano a calcare il teatro novarese e portare mettere in pratica le nozioni acquisite in corso di Accademia. Ombristi Elena Campanella Alice De Bacco Samuel Maverick Zucchiati.
Il coro è il San Gregorio Magno di Trecate, maestro Mauro Rolfi, in scena anche il Coro delle Voci Bianche del Teatro Coccia, maestri del coro Paolo Beretta e Alberto Veggiotti.
L’opera è prodotta dalla Fondazione Teatro Coccia di Novara in collaborazione con Controluce Teatro d’Ombre ed è realizzata con il sostegno di Clinians.
Le realtà del territorio, inoltre, si uniscono al Teatro nella realizzazione dell’opera: Ottica Bonzanini metterà a disposizione le lenti a contatto indossate dagli interpreti, per rendere la messa in scena fedele al reale e consentire di non utilizzare gli occhiali – accessorio che non appartiene alla fine del Seicento; Mirato, come già avvenuto con Itof in Traviata Experience, “adotta” gli studenti dei Conservatori di Milano (dove è docente il Maestro Parisi), Torino (dove è docente il Maestro Jona) e Novara, offrendo gratuitamente i biglietti per l’ingresso alle recite, facendosi carico dell’importo.
Un segnale di grande rilevanza, un vero sostegno verso le generazioni future e verso il futuro del teatro. Una buona pratica che ci si augura venga emulata da altre aziende del territorio per poter allargare l’offerta anche agli studenti di tutti gli altri istituti.
Biglietti dai 32,00 ai 68,00 euro. Per acquisti: biglietteria del Teatro Coccia (Via Fratelli Rosselli, 47 – 0321233201) oppure www.fondazioneteatrococcia.it
SINOSSI
Il libretto di Donna di Veleni nasce da una commissione del Teatro Coccia di Novara a Marco Podda di un’opera lirica, che avrebbe dovuto incentrarsi su alcune figure di donne siciliane del diciassettesimo secolo dedite alla trasgressione e al veneficio; ma il materiale lasciatomi da Podda per immaginare un libretto fu in realtà lo stimolo per proporre, discutere con lui e poi scrivere un testo dove restarono le donne e un veneficio, ma in un contesto e con una trama del tutto diversi.
Debbo dire che mi sono appassionato a scrivere questo testo muovendomi tra letture storico-antropologiche come Il martello delle streghe dei domenicani Heinrich Institor (Kramer) e Jakob Sprenger, I processi contro le streghe del gesuita Friedrich Von Spee o La Grande Madre di Erich Neumann e le raccolte di canti popolari.
Ne è uscito un libretto, all’apparenza del tutto tradizionale, rigorosamente in rima, che trova i suoi spunti linguistici soprattutto in ottave, strambotti, stornelli del mondo popolare siciliano e calabrese e racconta una storia di genere, fortemente al femminile, in un tempo di caccia alle streghe, con le sue ossessioni sessuofobiche, che ha nel centro la figura di una donna, maga e sapiente, che sarà chiamata a risolvere i problemi di violenza e d’amore dei due protagonisti, Maria e Ruggero: Maria frutto di una colpa, e come tale a suo tempo abbandonata sulla ruota della carità pubblica di un ospedale degli innocenti, e Ruggero ricco possidente, spavaldo e possessivo, che violenta e sposa a forza Maria di cui è appassionatamente innamorato.
Sarà a questa figura di strega, alla sua saggezza anticonformista e ai suoi poteri magici che Maria e Ruggero si rivolgeranno, l’una per sfuggire alla sua sorte di donna violentata e realizzare la sua vendetta, l’altro per ottenere con un filtro magico quell’amore che Maria gli nega. Così i tre personaggi si muovono in un paese e sentimenti senza tempo, tra cori emblematici: quello degli uomini neri che impersonificano il potere di una religione istituzionalizzata, feroce e repressiva nel difendere i suoi dogmi, la sua sessuofobia e il suo disprezzo per la donna, quello dell’innocenza dei bambini abbandonati dalle madri, quello degli adolescenti sulle soglie dell’amore, e quello dei paesani che vivono tra privazioni e carestie. Tutti chiedono qualcosa alla donna dei veleni, ma ciò che le chiedono Maria e Ruggero sono due cose opposte. E la Donna di Veleni le offrirà loro in un’unica coppa; a seconda di chi e perché la berrà essa darà amore o morte. Sarà Ruggero a fare una scelta che riunirà drammaticamente questi due percorsi; e sarà poi la donna dei veleni, con la sua saggezza di Grande Madre, a prendere per mano una Maria diversa, provata e dolorante, per accompagnarla verso il suo futuro.
(Emilio Jona)
NOTE DEL COMPOSITORE
La composizione di Donna di Veleni è stata rapida e quasi di getto. Sono state utilizzate molte forme e generi musicali differenti mediante riappropriazione della loro forza di comunicazione metalinguistica. Il progetto di scrittura è stato concepito per una narrazione sonora con frequenti cambi di funzione emotiva per non far cadere l’attenzione dell’ascolto. Nello specifico della vocalità dei ruoli, preminente nell’esasperazione è quello della protagonista, la Donna di Veleni, che – seppur soprano drammatico – è spinta da esigenze di espressività testuale sia ad impervi Si acuti che ad abissi rantolanti sul La grave. Ruggero presenta caratteristiche quasi di bipolarità del personaggio che si riflettono anche nella scrittura: a volte pensata per un tenore drammatico e in altre da lirico puro. Maria, soprano lirico, possiede una vocalità complessa in quanto talora espressione di un personaggio infantile e talora di un’anima irrisolta e confusa. Chiara e senza vibrato in alcuni passaggi e convulsa in sbalzi dinamici e tessiturali negli ambiti drammaturgicamente più intensi. L’innamorato è un semplice e la scrittura tenorile è nostalgica o emotivamente delicata.
Ruolo imponente è quello del coro che non abita momenti narrativi o di decorazione musicale ma che costituisce invece nucleo essenziale nella e della drammaturgia; personaggio a tutto tondo come nella lirica tragica greca.
I ragazzi, le ragazze ed i paesani sono – seppur senza nome – il controcanto dei personaggi principali, piccoli camei ritmico-melodici individuati per lo più in anacoluti della forma.
(Marco Podda)
NOTE DEL DIRETTORE
Forse non è un caso che nello spazio di pochi mesi mi capiti di dirigere opere in prima esecuzione che abbiano come tema, diretto o indiretto, un femminicidio o comunque un approfondimento sulla condizione della donna in tempi diversi. Ma se in un altro caso si trattava puramente di un fatto di cronaca e della sua relazione con le distorsioni dei nostri tempi, Donna di Veleni si riferisce a un ipotetico evento di un’altra epoca, a una donna violata, alla sua vendetta, al riscatto e alla trasformazione nella rinuncia alla vita di chi l’ha violata senza poterne avere l’amore. Il tutto con l’enigmatica presenza del personaggio del titolo a cui entrambi si rivolgono per avere un filtro e a cui Donna di Veleni offre soprattutto una scelta. Marco Podda ci offre con questa partitura un’opera corale a forme chiuse che opera nel rispetto della tradizione senza lasciarsene ingabbiare. I protagonisti sono minuziosamente descritti musicalmente nella loro psicologia, la scrittura vocale è sì ardua ma mai puramente accademica e quella orchestrale ad essa collegata pur nella sua originalità timbrica. La presenza del coro, spezzata in vari personaggi, percorre tutta la partitura come un filo rosso e ne sostiene la drammaturgia. Interessante notare come in un periodo storico in cui spesso la scelta di un soggetto storicamente, e quindi emotivamente, a noi vicino decide il successo o meno di una operazione al di là dei suoi meriti musicali effettivi, Podda abbia scelto una storia che è contemporanea solo nei suoi significati ma che lavori più sui risvolti psicologici che non sulle facili emozioni.
(Vittorio Parisi)
NOTE DI REGIA
Il connubio tra musica e ombre mi accompagna dalla metà degli anni Novanta, e cioè dalla fondazione con Corallina De Maria e Jenaro Meléndrez Chas della compagnia Controluce Teatro d’Ombre, nata con l’obiettivo preciso di esplorare l’immaginario dell’opera lirica e della musica contemporanea attraverso il mondo dell’ombra. Utilizzando sia risorse tecniche tradizionali che altre di nuova invenzione – il teatro d’ombre da un lato si perde negli origini della storia e dall’altro è il primo esperimento di immagini in movimento per cui è alla base del cinema – la compagnia ha proposto durante più di un quarto di secolo, dappertutto, le proprie narrazioni visive di capolavori operistici di tutti i tempi e di nuove composizioni, incluse alcune ad hoc.
Roberto Casati, autore del libro “La scoperta dell’ombra”, racconta di come un’eclissi gli abbia rivelato il vero volto della luna; nel momento in cui l’ombra della terra copriva il nostro satellite appariva finalmente la sua vera natura: un grande sasso grigio sospeso in cielo. Metaforicamente, propone Casati, l’ombra ha la capacità di svelare ciò che la luce nasconde. Compagna abituale, l’ombra è anche metafora precisa del nostro doppio, inconscio, memoria, sogno.
Inseguendo l’aspetto “ombratile” della musica, la ricerca di Controluce Teatro d’Ombre su compositori barocchi, settecenteschi, romantici, contemporanei e attuali ci ha guidato verso una certa concezione essenziale del rapporto tra musica e ombra, centrata sulle caratteristiche che le accomunano come l’intangibilità ed effimero. La collaborazione con musicisti di eccezione è stata fondamentale nel percorso della compagnia.
Nella Donna di veleni il mondo magico della grande madre è in perfetta sintonia con il mondo delle ombre. L’ombra accompagna alcuni momenti dell’opera diventando ricordo concreto e memoria diffusa, immaginario collettivo, paura e pregiudizio. Diventa espressione psicologica delle ansie di un popolo timoroso del diverso, diventa angoscia di sopraffazione e violenza di genere per la vittima, diventa emozione mistica. L’ombra viene a creare una sorta di sotto testo che dà corpo al racconto, definisce spazi ora fisici ora mentali dei diversi personaggi, il passato di Maria, la solitudine dell’innamorato, gli incubi nascosti di Ruggero, l’immaginario del potere, l’ignoranza dei paesani.
La lettura che abbiamo dato dell’opera di Marco Podda parte da una sorta i quasi realismo nella prima scena, ambientata in una Sicilia secentesca, per andare sempre più verso l’astratto, rispettando le dinamiche interne ma facendo della vicenda un grande scontro fra principio maschile e principio femminile, dominato dalla figura imponente, enigmatica e affascinante della protagonista, figura atemporale, immutabile ma dinamica, eterna e misteriosa. Sarà lei a guidare la giovane donna sconvolta, preda del nobiluomo e smarrita, verso una rinascita lasciandosi dietro tutto. Dove e come ricominciare, l’opera non lo dice, ma indica da lontano un possibile percorso di salvezza.
(Alberto Jona)
MARCO PODDA
Diplomato come contratenore al Conservatorio G. Tartini di Trieste e compimento superiore di chitarra classica con Ennio Guerrato. Ha studiato: canto con Dietrich Schneider e Renée Jacobs, composizione con Andrea Giorgi, direzione corale con Hans Ludwig Hirsch e direzione orchestrale con Donato Renzetti.
Laureato in medicina e chirurgia; specializzato in otorinolaringoiatria ed in foniatria con il massimo dei voti e la lode. È consulente foniatrico di vari teatri. Ha insegnato anatomo-fisiologia della comunicazione orale all’Università degli Studi di Trieste, dove attualmente insegna Fisiologia ORL e Laboratorio di Foniatria e Logopedia della voce artistica; tiene corsi e master-class della comunicazione vocale e della sonorizzazione, tra cui il Corso di tecnica vocale e corale presso l’Accademia d’Arte del Dramma Antico di Siracusa e la Belcanto Opera Academy di Levico Terme. Ha coadiuvato Giorgio Pressburger nei corsi di “Musica per il teatro” al DAMS di Gorizia. Fondatore e direttore della “Cappella Tergestina” e del “Kol Ha-Tikvà” che ha diretto in oltre 300 concerti in Austria, Slovenia, Germania e Francia.
È autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico riguardanti la voce parlata e cantata, la comunicazione vocale ed il metalinguaggio musicale. Svolge attività compositiva: ha scritto musica strumentale, per voce sola e con strumenti, per coro a cappella e con orchestra, spettacoli di drammaturgia musicale e di teatro musicale con un catalogo di oltre 200 numeri di opus di cui oltre 50 editi a stampa.
Importante è la produzione di musica di scena con oltre 75 spettacoli in 30 anni di attività tra cui L’adulatore, Il rabbino di Venezia, Messaggio per il secolo di Giorgio Pressburger; Sette a Tebe di Jean-Pierre Vincent; Wordstar(s), Amleto, Romeo e Giulietta di Giuseppe Marini; Edipo re, Dopo la Prova, Aiace, Othello, Edipo a Colono, Il vecchio e il mare, Dionysus, Jackill and Hide, Prometheus, Giulio Cesare di Daniele Salvo; e molti altri. La sua importante attività di compositore di musiche di scena continua tutt’ora.
Vincitore di concorsi nazionali ed internazionali, le sue opere musicali sono eseguite e pubblicate in Italia e all’estero e registrate per le case editrici Mozart International Osaka, Pizzicato Verlag Helvetia, Carrara, Tactus, Audio Ars Studio, Erato, Rivo Alto e per la RAI nazionale.
Il 6 settembre 2015, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, è stata rappresentata presso il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, la prima assoluta de Il Canto – Rapsodia lirico sinfonica per soli, coro e orchestra, dallo Shir Ha-Shirim. Il 4 dicembre 2016 nell’ambito del concerto Progetti contemporanei è stata eseguita la sua Elegia sinfonica per coro femminile ed orchestra – su testi della II Elegia Duinese di R. M. Rilke – presso il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Il 26 maggio 2018 è stato eseguito il suo Requiem per coro femminile, basso e orchestra a Trieste con un grande successo di pubblico. Il 30 gennaio 2018 è stato eseguito il suo Viator Paradigmi per orchestra d’archi dedicato a Massimo Belli in prima esecuzione assoluta dall’ Orchestra Busoni alle Mattinate Musicali Internazionali di Trieste.
“La figura del musicista-medico ha precedenti illustri (in Italia, Giuseppe Sinopoli ne è un esempio di tragica grandezza), ma il “caso Podda” è probabilmente unico oggi in Italia per equilibrio tra le due collocazioni professionali, e tanto più rilievo ha l’evidente circostanza che le due professioni sono in realtà una sola, il cui centro è sempre e comunque la voce e il suono” Quirino Principe – Infinito microcosmo, 2014
EMILIO JONA
Emilio Jona (Biella 1927), avvocato, scrittore,studioso di cultura popolare. Negli anni 1958-62 è stato uno degli iniziatori del gruppo “Cantacronache”, la prima esperienza in Italia di canzone d’autore in opposizione a quella di consumo.
Tra i suoi libri di poesia: La cattura dello splendore, Scheiwiller 1998, (finalista al Premio Viareggio 1998, Premio Catanzaro 1999). Tra i suoi romanzi: Il celeste scolaro, Neri Pozza 2015, (finalista al premio Bottari Lattes), Il fregio della vita, Neri Pozza 2019. Tra i suoi testi teatrali, Il 29 luglio del 1900, (in collaborazione, premio Riccione 1972). Tra i suoi saggi (entrambi in collaborazione), Senti le rane che cantano-Canzoni e vissuti popolari della risaia, Donzelli 2005, (premio Nigra 2006), Al rombo del cannon- I canti popolari nella Grande Guerra, Neri Pozza 1918. Ha scritto libretti d’opera: per Giacom Manzoni, La sentenza, Bergamo, Teatro delle Novità,1960, e Atomtod, la Piccola Scala 1964; per Luigi, l’opera, rimasta incompiuta, Technically sweet, 1963; per Sergio Liberovici e Luciano Berio, Maelzel o delle macchinazioni, Ricordi editore 1995.
VITTORIO PARISI
Nato a Milano ha studiato al Conservatorio G.Verdi pianoforte con C.Giudici e P.Rattalino, composizione con A.Corghi e I.Danieli, direzione d’orchestra con M.Gusella e G.Gelmetti di cui è poi stato assistente. Si è perfezionato in direzione in Olanda con il celebre direttore russo K.Kondrashin. Dopo il debutto al Teatro Petruzzelli di Bari nel 1979 ha diretto le principali orchestre sinfoniche e da camera italiane e quelle della maggior parte degli enti lirici in opere e concerti.
Ha diretto anche in Germania, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Francia, Svizzera, Albania, Turchia, Slovacchia, Romania, Spagna, Polonia, Ungheria e Kazakistan, registrando per le radiotelevisioni di questi paesi. Ha diretto moltissime prime esecuzioni assolute dei più importanti autori italiani e stranieri collaborando anche con Berio e Cage e ha diretto prime esecuzioni in epoca moderna di opere del passato come l’edizione americana dell’Ape Musicale di Da Ponte, prime esecuzioni in teatro come il Sogno di un tramonto di autunno di Malipiero, prime riprese come quella della Marie Galante di Weill, prime in pubblico come quella dell’opera radiofonica Don Perlimplin di Maderna. Invitato in importanti festival nazionali e internazionali ha collaborato con importanti solisti, cantanti e attori oltre a prestigiosi registi. E’ stato Primo Direttore dell’Orchestra del Teatro Angelicum dal 1984 al 1988, Direttore Associato della Filarmonica del Conservatorio di Milano dal 2000 al 2003 e Direttore Artistico e Stabile dei Solisti Aquilani dal 2003 al 2005. Nel campo della nuova musica è dal 1995 Direttore Artistico e Stabile di Dédalo Ensemble.
Ha inciso, sia in studio che live, per Naxos, Dynamic, Bongiovanni, Stradivarius, Nuova Era e la sua interpretazione della Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak è stata scelta come primo podcasting sinfonico della Radio Neozelandese. Insegna Direzione D’Orchestra al Conservatorio di Milano.
ALBERTO JONA
Con un percorso professionale che ha attraversato danza, musicologia e musica, Alberto Jona si è avvicinato al teatro fondando a metà degli anni 90 la compagnia Controluce Teatro d’Ombre che ha fatto del rapporto musica e ombra la sua forza e la sua identità. Da allora insieme a Corallina De Maria e Jenaro Meléndrez Chas ha curato la messinscena di tutti gli spettacoli della compagnia, e in particolare opere di Caccini, Purcell, Haendel, Mozart, Cherubini, Donizetti, con importanti collaborazioni con artisti quali Jordi Savall, Davide Livermore, Alessandro Baricco, Fabio Biondi, Mario Brunello, Kenneth Weiss, Nicola Campogrande, Kate Bush, Vinicio Capossela, al Comunale di Bologna, Piccolo Regio di Torino, Mittelfest di Cividale del Friuli, Teatro Politeama di Palermo, Via Stellae di Santiago de Compostela, Circulo de Bellas Artes de Madrid, e poi Tokyo, Berlino, Ginevra, Istanbul, Lisbona, ecc.
Nel 2013 ha debuttato nella regia d’opera con Il Pirata di Bellini al Niederbayern Landestheater di Passau in Germania, tornando poi nel 2015 con La Straniera; nel 2014 ha debuttato nell’opera contemporanea con Lo stridere luttuoso degli acciai di Adriano Guarnieri (TPE Torino), Il giardino della Vita di José Maria Sanchez Verdù (900 Presente di Lugano e La Semana de la musica religiosa di Cuenca, 2017), collaborando con il Conservatorio della Svizzera Italiana in progetti scenici su musiche di Bussotti, Cage e Stockhausen, Monteverdi e Purcell (2015, 2016 e 2019).
Alberto Jona è diplomato in canto e laureato in Estetica Musicale; insegna al Conservatorio di Cuneo a all’Università Cattolica di Milano. E’ direttore artistico del Festival Incanti di Torino.
JÚLIA FARRÉS-LLONGUERAS
La soprano catalana ha studiato con Mati Pinkas per dopo perfezionarsi con Renata Scotto nell’Opera Studio dall’Academia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. È stata premiata in concorsi diversi e coltiva l’opera, il lied e l’oratorio. Nella sfera operistica ha un repertorio che comprende opere di J. Massenet, Ch. Gounod, Ch.W.Glück, W. A. Mozart, G. Bizet, R. Wagner, J.C. Arriaga, V. Egea, G. Verdi o R. Wagner, oltre operette di A. Vives, R. Martínez-Valls e P. Sorozábal.
Nel genere dell’oratorio ha cantato W.A. Mozart, G.B. Pergolesi, J.Brahms o G.Fauré, tra altri. Anche il lied occupa uno spazio importante nel suo repertorio,eseguito a fianco dei pianisti Robert Lehrbaumer, Stanislav Angelov o Husan Park e Antonia Valente, oppure dal chitarrista Massimo Felici, in numerose sale in Spagna, Germania, Finlandia e Italia. Anche interessata nel repertorio del secolo XX e XXI, interpreta Anton Webern, Arnold Schönberg, Roland Schmidt, Agustí Charles o Ígor Lešnik. Ha participato in diversi festival internazionali come il Paphos Aphrodite Festival de Xipre, il Festival Internacional Castell de Peralada e il LifeVictoria Festival a Barcelona.
Come solista è stata accompagnata da OBC, Orquestra de la Comunitat Valenciana (OCV), Orquestra de la Comunitat de Madrid (ORCAM), Orquestra del Gran Teatre del Liceu, Prague Philharmonic Orchestra, Berlin Kammerorchester, Rencontres Musicales de Puteaux, Orchestra Città di Ferrara, ONCA, Orquestra de Cadaqués, Orquestra Simfònica de Navarra, Orquestra Simfònica Julià Carbonell delle Terres de Lleida o Grup instrumental di València fra gli altri, e ha lavorato con direttori come Pons, Bernàcer, Halfter, Guidarini, Rizzi-Brignoli, Fausto Nardi, Gimeno o Koenigs.
Ha fatto riprese per RNE, Catalunya Ràdio e Bayerische Rundfunk e ha presentato il disco L’abril ha florit col pianista Daniel Blanch e opere di Rafael Ferrer nel Palau de la Música Catalana, con La mà de Guido.
DANILO FORMAGGIA
Danilo Formaggia, nato a Milano, ha studiato pianoforte e canto, perfezionandosi con Alfredo Kraus e Magda Olivero. Nel 1998, unico tenore italiano in concorso, si è aggiudicato il Premio “Enrico Caruso”. Dopo il debutto nel 1996 nelle Due Contesse di Paisiello e nei Due Baroni di Cimarosa al Festival dell’Opera Buffa,
Danilo Formaggia ha iniziato una brillante carriera internazionale che lo ha visto esibirsi nei principali teatri italiani ed esteri. Ha cantato al Teatro alla Scala di Milano, Teatro la Fenice di Venezia, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Bellini di Catania, Teatro Verdi di Trieste, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Lirico di Cagliari, Opernhaus di Lipsia, Opera di Montecarlo, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, Sydney Opera House, Festspielhaus di Baden- Baden, Festival di Edimburgo, Royal Danish Theatre, Festival de Radio France di Montpellier,
International Music Festival Český Krumlov, Rossini in Wildbad, Thailand Philharmonic Orchestra.
Tra i direttori d’orchestra con cui ha collaborato si distinguono Claudio Abbado, Sir Colin Davis, Donato Renzetti, Nello Santi, Gianluigi Gelmetti, Claudio Scimone. Tra i registi segnaliamo Franco Zeffirelli, Lindsay Kemp, Graham Vick, Robert Carsen,
Dmitri Bertman, Denis Krief, Filippo Crivelli, Giancarlo Cobelli, Franco Ripa di Meana. Il suo repertorio comprende opere di Piccinni, Paisiello, Rossini, Donizetti, Bellini, Mozart, Verdi, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, R. Strauss, Stravinskij, Mahler, Krenek, Mercadante, Giordano, Cagnoni, Beethoven.
Danilo Formaggia ha inoltre preso parte a diverse prime esecuzioni assolute di opere contemporanee come Poesie di Puccini con musiche di Franco Mannino, Il fantasma della cabina di Marco Betta, La Bella e la Bestia di Marco Tutino, La Tempesta con musiche di Henry Purcell/Carlo Galante, La madre del mostro e Lo Stesso Mare di Fabio Vacchi, La maschera di Punkitititi, di Marco Taralli, il Re Nudo di Luca Lombardi, Exit Mundi di Giovanni Tamborrino, MeetHer di Orazio Sciortino,
e L’assassino di Francesco Fournier-Facio.
Tra le sue incisioni: Le Maschere di Mascagni (Kicco Music); La Cecchina ossia la buona figliola di Piccinni (Bongiovanni); I Capuleti e Montecchi di Bellini (Dynamic); Die Zauberflöte di Mozart con Claudio Abbado e la Mahler Chamber Orchestra nell’anno mozartiano (Deutsche Grammophon, 2006); Marcella di U. Giordano (Dynamic); Pelagio di S. Mercadante (Dynamic); Re Lear di A. Cagnoni (Dynamic); Il Vespro Siciliano di Lindpaintner (Naxos); Puritani nel DVD Hardy Classic (omaggio a Bellini con Vincent Scalera al pianoforte); A tu per tu con Magda Olivero (DVD Hardy Classic).
PAOLETTA MARROCU
Diplomata al Conservatorio di Cagliari col massimo dei voti, ha intrapreso una rapida carriera che l’ha condotta sui palcoscenici dei maggiori teatri del mondo, fra i quali: Teatro alla Scala di Milano, Regio di Parma, Regio di Torino,”la Fenice” di Venezia, “Carlo Felice” di Genova, Comunale di Bologna, Maggio Musicale di Firenze, “Petruzzelli” di Bari, “Massimo” di Palermo, Arena di Verona, Wiener Staatsoper, Opernhaus di Zurigo, Deutsche Oper di Berlino, Bayerische Staatsoper di Monaco, Hamburgische Staatsoper, Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles, Opéra Royal de Wallonie, Gran Teatre del Liceu di Barcellona, Teatro Real di Madrid, De Nederlandse Opera, Den Norske Opera, Washington Opera, San Diego Opera, Palm Beach Opera, Shanghai, Seoul, Tokyo.
Ha collaborato con i più importanti direttori d’orchestra: R.Chailly, D.Gatti, G.Gelmetti, D.Harding, F.Luisi, N.Luisotti, Z.Mehta, F.Welser-Möst, R.Muti, K.Nagano, M.Plasson, E.-P.Salonen, C.Thielemann, M.Viotti e con registi del calibro di: H.De Ana, R.Carsen, L.Cavani, D.Livermore, C.Levi, G.del Monaco, D.Pountney, L.Ronconi, R.De Simone, P.Stein e G.Vick.
La sua duttilità vocale e la conoscenza di diversi stili e tecniche di canto le hanno consentito di interpretare oltre 50 titoli operistici diversi! Spiccano tra questi le magistrali interpretazioni Verdiane di: Aida, Alzira, Un Ballo in Maschera, Il Corsaro, Don Carlo, Falstaff, Un Giorno di Regno, Giovanna D’Arco, Macbeth, Messa da Requiem, Nabucco, Oberto, Il Trovatore, I Vespri Siciliani ed i ruoli Pucciniani di: La Boheme, La Fanciulla del West, Madama Butterfly, Manon Lescaut, Suor Angelica, Tosca, Il Tabarro e Turandot.
Ha dato voce con successo ai ruoli barocchi Monteverdiani: di Ottavia nell’Incoronazione di Poppea alla Scala di Milano e Orfeo (nel ruolo titolo), ai ruoli Mozartiani di Donna Elvira nel Don Giovanni e Vitellia nella Clemenza di Tito. Ha dato prova di fine belcantista con le interpretazioni di Norma di Bellini, Lucrezia Borgia e Poliuto (Paolina) di Donizetti e Fiorillo nelTurco in Italia di Rossini.
Ha incarnato in numerose produzioni la sensuale gitana Carmen.
Molto ricercata sia per il repertorio Verista che per quello Contemporaneo: Cavalleria Rusticana, Iris, Zanetto, Andrea Chenier, Fedora, La Cena delle Beffe, La Wally, l’Amore dei tre Re, L’assassinio nella Cattedrale, Il Prigioniero, I Shardana, La Jura, La Voix Humane, L’Heure Espagnole, Edipo Re.
L’opera Lirica Donna di Veleni è stata appositamente pensata per lei dal compositore Marco Podda.
Nella prossima stagione ha in programma il debutto ne La Samaritana e lo Stabat Mater di Refice per la “Toscanini” di Parma.
Rimarchevoli le sue collaborazioni con la London Philharmonia Orchestra per il Prigioniero di Dallapiccola diretta da Esa-Pekka Salonen al Royal Festival Hall di Londra, con la Sveriges Radios Symfoniorkester di Stoccolma diretta da Daniel Harding in Cavalleria Rusticana e Tabarro e con la Symphonieorchester des Bayeriscen Rundfunks di Monaco sempre nel Prigioniero di Dallapiccola diretta da Esa-Pekka Salonen.
Nel 2013 ha fatto il suo debutto nella regia operistica con La serva padrona di Pergolesi che ha portato in tournée, in seguito ha messo in scena, con grande successo, La Boheme di Puccini di cui ha curato: regia, scene e costumi oltre alla preparazione vocale.
Richiestissime le sue Masterclass (Bottega della Lirica, Centro studi Mascagnani di Livorno, Accademia del Belcanto di Martina Franca, AMO di Novara) molti suoi allievi calcano già con successo i palcoscenici mondiali. È stata docente di Canto presso i Conservatori di Musica di Venezia, Piacenza, Trento, Riva del Garda e Udine, attualmente ricopre questo ruolo presso il Conservatorio “G. P. da Palestrina” di Cagliari.
La sua discografia include numerose incisioni, fra le quali Cavalleria Rusticana di Mascagni e AIDS Gala per Decca, Teseo Riconosciuto di Spontini, Il Turco in Italia di Rossini, Messa e Magnificat di Cavalli, Due Messe Catanesi di Bellini e i dvd di Macbeth di Verdi per Tdk live da Zurigo, Cavalleria Rusticana dall’Opernhaus di Zurigo, Assassinio nella Cattedrale di Pizzetti per Decca insignito del Diapason d’Or, Poliuto di Donizetti, Il Tabarro di Puccini dal Teatro alla Scala di Milano. I Shardana di Porrino e Giulietta e Romeo di Vaccaj per Dynamic, Iris di Mascagni.
Ha affiancato Andrea Bocelli nel Concerto-Evento di Lajatico 2013 per scopi umanitari.
Nel 1998 Paoletta Marrocu è stata nominata Artist for Peace dall’UNESCO, cosa di cui sente l’enorme onore e responsabilità.
MATTEO MEZZARO
Si laurea in canto rinascimentale e barocco ed Organo e Composizione Organistica; parallelamente agli studi accademici si avvicina al repertorio operistico che perfeziona con il tenore Sergio Bertocchi.
Inizia una brillante carriera debuttando: Il Matrimonio Segreto (Paolino) al Malibran di Venezia; Rita (Beppe) di Donizetti a Bergamo; Le convenienze e inconvenienze teatrali (Guglielmo) a Pisa, Lucca e Livorno; The Fairy Queen (Demetrio) di Purcell a Poznan; Demetrio (Mitrane) di Mayr per il Festival OperaObliqua; prima esecuzione in tempi moderni Il tigrane (Mitridate) di Vivaldi per il Festival Opera Barga; Mandragora (Arlecchino) di Szymanowski e in Die Schöpfung (Uriel) di Haydn al Festival di Santander; L’elisir d’amore (Nemorino) ad Asti e al Teatro Manoel di Malta; Mozart e Salieri (Mozart) di Rimsky Korsakov al Verdi di Pisa; Gli equivoci nel sembiante(Eurillo) di Scarlatti a Barga; La Traviata (Alfredo) a San Sebastian; Le nozze di Figaro (Don Basilio e Don Curzio) al Festival Valbelluna di Belluno; Falstaff (Cajus) al Teatro della fortuna di Fano; La Cecchina (Marchese della Conchiglia) di Piccinni al piccolo festival del Friuli Venezia Giulia, La finta semplice (Fracasso) di Mozart per il circuito As.Li.Co; Gianni Schicchi (Gherardo), Otello (Roderigo), Il Corsaro(Selimo), Roberto Devereux e Macbeth (Malcolm) al Teatro Regio di Parma; Il Corsaro (Selimo) a Piacenza e Modena; L’occasione fa il ladro (Conte Alberto) al Verdi di Trieste; Don Giovanni (Don Ottavio) per il circuito As.Li.Co.; Die Zauberflote per Opera domani circuito As.Li.Co ed alla Royal opera House di Muscat in Oman; La Vedova Allegra (Camille de Rossillon) di Lehar al Lirico di Cagliari ed al Bellini di Catania; Capriccio (Tenore italiano) di Strauss a Metz; Oedipus Rex (Pastore) di Stravinsky in tournée con L’OSN della Rai di Torino a Modena, Torino, Ferrara, Napoli; La Grotta di Trofonio (Artemidoro) al Festival di Martina Franca; Così fan tutte (Ferrando) nel circuito As.Li.Co; La Gazza Ladra (Antonio) al Teatro alla Scala di Milano; La Rondine (Prunier) all’Opera di Firenze; Guillaume Tell (Rodolphe) al Teatro Massimo di Palermo.
Ha lavorato con direttori d’orchestra quali: Chailly, Auguin, Ferro, Galli, Parmeggiani, Rigon, Sardelli Agudin, Bressan, Pasqualetti, Da Ros, Ciampa, Perez-Sierra, Rota, Gomez-Rios, Callegari, Rolli, Pionner, Valchua, Grazioli e registi quali: Salvatores, Micheli, Antoniozzi, Abbado, Kaegi, Krief, Michieletto, Corradi, Pizzi, Garattini, Vick, Brusa, Grazzini, Stefanutti, Paloscia, Znaniecki, Marconi.
Svolge un’intensa attività concertistica che l’ha visto impegnato: Requiem di Mayr, Johannes Paulus II di Signorini e Unico corpo di Kirschner in prima esecuzione assoluta; Cantata bwv106 di Bach, Theresienmessedi Haydn, Messiah, Carolin Te Deum, Ode for S. Cecilia’s day, vari Anthem’s di Handel, Requiem di Mozart, Die Schöpfung di Haydn, Via Crucis e Missa Solemnis di Listz, Fantasia corale op. 80 di Beethoven, Petite Messe Solennelle di Rossini, Cantata Saint Nicholas di Britten.
Tra i suoi impegni recenti e futuri: I Pagliacci (Beppe) al Teatro del Maggio di Firenze, al Teatro Massimo di Palermo ed all’Arena di Verona diretto da Daniel Oren; Un mari a la porte (Florestan) di Offenbach al Teatro del Maggio; Otello (Cassio) diretto da Myung-Whun Chung alla Fenice di Venezia; La Cambiale di matrimonio (Edoardo Millfort) al Teatro Lirico di Cagliari; Gianni Schicchi (Rinuccio) ed Il matrimonio segreto (Paolino) al Filarmonico di Verona; Turandot (Pong) al Teatro Regio di Parma, al Municipale di Piacenza, al Comunale di Modena ed al Galli di Rimini; Donna di veleni al Teatro Coccia di Novara; Manon Lescaut(Edmondo) al Teatro Massimo di Palermo.
CONTROLUCE TEATRO D’OMBRE
CONTROLUCE è nato come gruppo teatrale nel 1994 dall’incontro a Torino tra il pittore spagnolo Jenaro Meléndrez Chas e i musicisti Cora De Maria e Alberto Jona grazie alla loro comune passione per il teatro. L’idea iniziale di unire musica, pittura astratta e tecniche di teatro d’ombre orientale in un progetto artistico comune, da subito è cominciata a svilupparsi in due direzioni: quella del Teatro di Figura dedicato a un pubblico adulto e quella del Teatro Musicale.
In ambito musicale, con un percorso ricco di sorprese e avventure, Controluce ha proposto messinscene per il teatro lirico e la musica contemporanea con il Teatro d’Ombre, partecipando a festival, rassegne e manifestazioni teatrali e musicali in Italia (tra cui Stagione dell’Unione Musicale, MI-TO e Piccolo Regio di Torino, Teatro Comunale di Bologna, Lugo Opera Festival di Lugo di Romagna, Teatro Regio di Parma, Teatro Carlo Felice di Genova, Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, Teatro Olimpico di Vicenza, Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, Mittelfest di Cividale del Friuli, Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile di Genova ecc.), Europa (Germania, Austria, Spagna, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo, Polonia, Bosnia Erzegovina), Svizzera, Turchia, Singapore, Giappone, Tunisia, Brasile, USA.
Controluce ha collaborato con scrittori, musicisti, compositori, artisti ed enti culturali e musicali fra cui Jordi Savall, Kate Bush, Mario Brunello, Fabio Biondi, l’Orchestra Regionale Toscana, Europa Galante, l’Orchestra d’Archi Italiana, Quartet Terpsycordes, Icarus Ensemble, Arturo Tamayo, Gabriel Garrido, Leonardo Garcia Alarcon, il Teatro Regio di Torino, Kenneth Weiss, il Quartetto d’Archi di Torino, il Trio Debussy, José Maria Sanchez Verdù, Bruno Moretti, Andrea Liberovici, Adriano Guarnieri, Nicola Campogrande, Nuria Núñez Hierro, Davide Livermore, Alessandro Baricco, Paola Bianchi, Antonella Usai, Dario Voltolini, Rosa Mogliasso, Gilberto Isella, Vinicio Capossela, Elio, il Museo Nazionale del Cinema, la Compagnia Shizuku di danza Butoh di Tokyo .
Dal 1994 CONTROLUCE promuove e dirige il festival INCANTI Rassegna Internazionale diTeatro di Figura
DÈDALO ENSEMBLE
Dèdalo Ensemble è una associazione senza scopo di lucro che opera a Brescia dal 1995. Prestigiose istituzioni concertistiche hanno ospitato dèdalo ensemble: Sémaine Europeènne des Musiques d’haujourd’hui, Parigi 1991; Società dei Concerti di Brescia e Schreyahaner Herbst, Uelzen, 1997; Fondazione Cini-Teatro La Fenice, Venezia 2000; Rive-gauche, Torino 2002; Milano Musica, 2004; Musica Contemporanea in Irpinia, 2005; Padiglione d’Arte Contemporanea Milano e Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, 2006; IUC Università La Sapienza di Roma e Miami Iscm Festival, 2008; Tirana, Spheres and Hemispheres Festival e Siviglia, VI Ciclo de Música Contemporánea, 2009; Bilbao, BBK Festival, 2011; Festival 5 giornate, Milano e Festival Eterotopie, Mantova, 2012. Nel 2012 è stato anche invitato a Roma per i Concerti del Quirinale, nel novembre 2013 si è esibito in Spagna a Madrid e Avila e nel 2016 e 2017 a Milano nella Stagione Atelier Musicale della Associazione Secondo Maggio. Nel 2018 è stato invitato dal Teatro Grande di Brescia per un concerto di musica da camera e, nella Stagione lirica, per la prima assoluta di Viaggio musicale all’inferno di Giancarlo Facchinetti. Nell’ottobre 2018 ha suonato a Budapest nella sala Verdi dell’Istituto italiano di Cultura.
È diretto stabilmente da Vittorio Parisi.